5 aprile 2010
Siamo dal meccanico da questa mattina. La moto di Nini sta riprendendo forma, i pezzi cominciano a sparire dal pavimento e tornano al loro posto.
Io approfitto per smontare la valigia in alluminio che si era danneggiata sabato, quando Andrea (motociclista colombiana) non era riuscita a mantenere l’equilibrio della sua, ferma davanti al caffè e si era rovesciata facendo cadere anche la mia Africa. La scelta delle valigie in alluminio si dimostra, ancora una volta, opportuna. Se avessi usato le borse in plastica, probabilmente sarebbero già esplose. La borsa in alluminio invece si è solo deformata. Ora, con quattro martellate al posto giusto, sta riprendendo la sua forma originale.
Attorno alla KTM proseguono i lavori di montaggio. Io torno all’hotel per preparare il bagaglio, vestirmi e partire.
Torno da Nini, convinto di trovarlo quasi pronto e invece non è così. I lavori sono in stallo. In fase di saldatura si sono persi i riferimenti che erano stati posti per rimontare il carter laterale com’era ed ora il meccanico non riesce più a posizionare correttamente la catena di distribuzione e registrare le valvole. Ora sono le 14. I tentativi sono stati innumerevili. Non resta che aspettare. Le ore passano.
Vado nella bottega (?) dall’altro lato della strada e compero due pagnotte e qualche “simil wurstel”. Li porto a Nini che senza batter ciglio inizia a masticare. Non l’avrei mai detto. Gli assistenti del meccanico si alternano in continuazione. Ogni tanto arriva una faccia nuova, fa le solite domande – “da dove venite, dove state andando, ma va, si beh, però, che moto è questa, che cilindrata e la velocita?…..”. Poi si sistema in prima fila e non se ne va più. Se serve una chiave…….eccola. C’è chi si prende cura di qualche particolare, chi scopa la pipì della povera Lola (il bulldog che vive a catena tra i nostri ed i loro piedi), chi fornisce consigli non richiesti. Uno in particolare risulta particolarmente referenziato. Suo padre, mi informano, era un meccanico!!!
Arriviamo ad un massimo di 18 presenze in contemporanea, più il cane. Torna a trovarci anche il poliziotto gentile, quello che mi aveva fatto da scorta sabato scorso. Molti fanno fotografie con il telefonino e riprendono noi e le moto. Vi si siedono sopra e si fanno le foto tra loro. Ad un certo punto li invito a far gruppo e faccio anch’io la foto ricordo.
Nini è paziente. La cosa mi sorprende. Si fa sera ed la speranza di partire si fa sempre più debole. Comincia anche a piovicchiare. Ormai, ad un’ora dal tramonto, decidiamo di rinunciare alla partenza. Abbiamo davanti 250 km di deserto puro, segnato così sulle carte.
La moto richiederebbe un collaudo, sta per piovere e tra poco sarà buio. Nini sembra rassegnato ed io parto per cercare una sistemazione per la notte. Oggi è stato il viaggio più corto……. e stasera una pizza non me la leva nessuno!
Spero che i guasti siano finiti ma penso che anche questi “guai” rafforzino i toni del vostro viaggio!!! Siete fantastici!!!!
Ciao Ugo, ciao Nini
Ma…dove siete finiti?! La Colombia Vi ha forse così attirati al punto tale da indurvi ad una lunga sosta? Non potete lasciarci senza diario di viaggio per così tanti giorni. Fin dall’inizio l’ho trovato interessante e piacevole… Bravo Ugo; sembra di viaggiare con Voi seduti sulla Vs. moto. Complimenti e avanti sempre nonostante i guai meccanici di Nini!
Hola Ugo e Nini,
sabato scorso vi pensavo in Equador dove effettivamente siete (eravate?).
Lunare la foto della strada asfaltata in mezzo alla sabbia del Pacifico!
Abbi fede Nini (nel film sei perplesso) che in quei paesi sono abituati ad aggiustare le cose, specialmente i motori (come da noi nel dopoguerra).
Ciao y ¡Buena suerte.