27 febbraio 2010
La mattinata è stata dedicata alla ricerca di un fabbro per far sistemare la borsa di Nini. Abbiamo trovato una specie di officina meccanica da terzo mondo che però ci ha risolto il problema in meno di un’ora e con una spesa di circa 8 euro.
Partiti con un po’ di ritardo, abbiamo percorso quasi 200 km di una strada diritta, a sali scendi, attraverso una steppa desolata. La strada era solo nostra, nessun traffico. Davanti e dietro a noi, il nastro d’asfalto riflettava il calore dando la sensazione tipica di un miraggio.
Mi son scordato di scrivere del curioso comportamento degli indigeni. Tutti si avvicinano se ci fermiamo e si fanno le foto vicino a noi. Se passiamo in un villaggio ci seguono e poi si avvicinano per chiederci da dove veniamo, dove andiamo. Tutti sono gentilissimi e molto cortesi. Mai troppo invadenti. Moltissimi sono di origine italiana e desiderano raccontarci la loro storia. Sono disponibili per fornirci tutte le indicazioni ed addirittura ci tengono a scortarci fin sulla strada da prendere. Pochi sanno però leggere una carta ed indicarci semplicemente il luogo in cui ci si trova in quel momento.
Ora, finchè scrivo, siamo seduti in una trattoria, al primo piano. Sotto di noi, sul piazzale, vediamo le moto e varie persone che si avvicendano al loro fianco per farsi fotografare. Alla televisione stanno raccontando del terremoto che ha colpito il Cile questa mattina. C’è grande preoccupazione per l’accaduto.
Ripreso il cammino con vento forte da sinistra. Avremo così modo di pareggiare l’usura dei copertoni sul lato opposto a quello di ieri. Procediamo inclinati di 10 gradi per resistere al vento. Quando passa qualche grosso camion ci crea delle turbolenze che squassano la moto e ci fanno zigzagare. Sulla strada delle ormaie profonde rendono difficile il controllo. Un po’ per volta però ci si abitua.
Riflessioni: ogni giorno che passa, ogni chilometro che scorre sotto le ruote della mia moto, mi alleggerisce l’anima e mi libera la mente. Questi ultimi mesi sono stati davvero pesanti. Ora tutti i pensieri si stanno sciogliendo e si perdono lungo la via. Mi accorgo di non pensare a nulla e mi sento bene.
Stasera siamo arrivati sulla penisola di Valdes, territorio protetto dall’UNESCO in quanto habitat di molti animali tipacamente antartici, quali i pinguini, le orche, i leoni di mare, gli elefanti di mare e la balena franca australe. Faremo sicuramente un tour sperando di riuscire a vedere alcuni di questi esemplari.
Download itinerario del giorno >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)
I pinguini, che nostalgia. Spero davvero, un giorno, di riuscire a fare anch’io una “sgopponata” del genere, avete tutta la mia ammirazione e la mia stima. Vi seguo passo passo. Un abbraccio, fraterno, Ughetto.