17 maggio 2010
Oggi riposo e sistemazione dell’attrezzatura. Ho lavato la tuta e l’interno del casco, ricucite le bandierine che cominciavano a staccarsi e sistemata la telecamerina sul casco. La giornata a Reno è piovosa e sul Donner Pass, dove siamo transitati in auto per una capatina a Sacramento (California), abbiamo trovato una piccola bufera di neve. Spero che per domani il tempo si sistemi, perchè dovrà ripercorrere lo stesso tragitto in moto e la temperatura mi sembra piuttosto bassa.
Mi hanno raccontato una storia, una storia vera accaduta sul passo all’epoca dei pionieri, eccola.
- Il Donner Party era un gruppo di pionieri che nel 1846 si erano riuniti in carovana per compiere il tragitto che normalmente, dopo quattro o sei mesi di viaggio, li avrebbe portati a raggiungere la California. Prestando credito a quanto dichiarato da un esploratore, tentarono di percorrere nuove vie attraverso le montagne dello Utah ed il deserto salato (the Great Salt Lake Desert) ma le difficoltà del terreno causarono forti rallentamenti e consistenti perdite di carri e bestiame. La loro marcia era scesa a medie di due kilometri e mezzo al giorno e tutti gli uomini validi erano perennemente impegnati nell’opera di disboscamento e rimozione delle pietre per permettere in passaggio dei carri. Giunsero pertanto alle pendici della Sierra Nevada alle soglie dell’inverno, nel novembre del 1846. Affrontarono quello che doveva essere l’ultimo passaggio di montagna in una difficile marcia che li portò oltre quota 2000 ma furono sorpresi da un inverno anticipato e particolarmente rigido. Forti nevicate bloccarono i carri in prossimità del passo, nei pressi di quello che all’epoca era conosciuto come il Lago Truckee.
Dopo un mese di tentativi di liberare il convoglio, le provviste cominciarono a scarseggiare. Alcuni gruppi di pionieri tentarono delle sortite per cercare di raggiungere altri gruppi di carovane e chiedere aiuto. Anche dalla vicina California furono organizzate spedizioni di soccorso che non riuscirono però nel loro intento fino a febbraio inoltrato. Quattro mesi di prigionia forzata tra le montagne, col freddo e con gli stenti, avevano falcidiato il gruppo e degli 87 partiti solo 48 erano riusciti a sopravvivere.
Faceva parte della carovana un gruppo di 9 carri appartenenti alle famiglie Reed and Donner, composte da 32 membri. George Donner aveva 62 anni, sua moglie Tamsen 44, le loro 5 figlie da tre a tredici anni.
Donner divenne fin dall’inizio il punto di riferimento della carovana che aveva bisogno di un leader. La carovana originale si divise in più gruppi ed alcune famiglie si unirono ai Reed ed ai Donners, scegliendo la via che si rivelò poi più impervia, con un totale di 80 carri.
Rimasti intrappolati sulle montagne, tentarono di costruire dei ricoveri per difendersi dal freddo e quando esaurirono le scorte di viveri, dopo giorni di digiuno, qualcuno propose di fare una lotteria per scegliere chi si sarebbe dovuto sacrificare per divenire cibo per gli altri. Quando i primi cominciarono a morire, il gruppo si decise a mangiarne la carne, avendo solo cura che nessuno mangiasse quella dei propri parenti. Dopo le prime resistenze, tutti cedettero ed acconsentirono a nutrirsi di carne umana.
In California c’erano all’epoca grandi difficoltà nell’organizzare la spedizione di soccorso, in quanto gli uomini validi erano impegnati nella guerra con il Messico. Quando arrivarono i soccorsi, partiti da Sacramento il 4 febbraio, trovarono i superstiti in grave condizione di denutrizione ma ancora vivi. Molti di loro davano segni di instabilità psichica.
I soccorritori trovarono i corpi mutilati di alcuni membri della carovana e videro una persona che trasportava una gamba umana.
Furono rinvenuti altri tre corpi completamente smembrati e consumati.
Sulla stampa apparve la notizia che si diffuse immediatamente in tutti gli stati e fu scandalo. In California l’episodio fu invece letto come emblema dell’eroico sacrificio dei pionieri.
L’area dove la carovana dei Donner trascorse quel terribile inverno divenne così famosa da diventare “Donner Pass”, “Donner Lake” e “Donner Peak”.
Qui va bene… ma non so di chi è la firma “flcec”…!
Eilà soci!
Come va la vita Diana e Miriano? Fate riposare bene Ugo che è ancora lunga!
Mi pare di capire che non attraversi anche il Canada. Se si, prendi il treno.
E’ un bel viaggiare per le pianure centrali che non finiscono mai.
Ciao Ugo,seguo la tua avventura e leggo che hai fatto visita al tuo amico.Dopo tanto tempo da solo,la compagnia di amici ti avra’fato bene ed ora ripartirai per l’ultimo tratto del tuo lungo viaggio con nouvo entusiasmo
Buon prosiguimento ed un forte abbraccio. Maria Ukr.