14 aprile 2010
Panama è una megalopoli moderna su stile americano con un centro irto di grattaceli e grandi arterie scorrevoli. É un paradiso fiscale e come tale ha goduto e gode di giri d’affari che coinvolgono società off shore e finanzieri di tutto il mondo.
Qui è tutto un cantiere. Costruiscono e vendono terreni, resorts e qualsiasi tipo di immobile. Non so quale possa essere la clientela ma sarà probabilmente americana, come sono anche i prezzi che qui si praticano. La moneta ufficiale è il Balboa ma praticamente si usa il dollaro americano. Ma quando paghiamo con i dollari sono sospettosissimi e li guardano girandoli tra le mani per minuti.
Campi da golf ce ne sono ovunque, a decine e così pure altre attività sportive di elite.
La zona nord del paese è deserta e così pure la zona di confine con la Colombia. Non ci sono strade nè collegamenti.
L’area che abbiamo percorso sembra prosperosa e le abitazioni sono di qualità nettamente superiore a quelle che ci eravamo abituati a vedere nei paesi del sud america.
Anche l’agricoltura sembra funzionare bene ed i fondi sono ben tenuti.
L’attività correlata al transito sul canale è senza dubbio una delle principali fonti di ricchezza della Repubblica di Panama che è recentemente entrata in pieno possesso di tutti i diritti di sfruttamento del Canale che fino a qualche anno fa appartenevano agli Stati Uniti.
Curiosità ed informazioni
a) Per ingegneri ed affini interessati:
Generale
Il Canale di Panama è un canale parzialmente artificiale che attraversa l’istmo di Panama.
É lungo 81 km, ha una profondità massima di 12 m, ed una larghezza variabile tra i 90 ed i 300 m nel lago Gatún. Il sistema funziona con delle chiuse che permettono alle navi di superare un dislivello totale di 27 m.
Le navi provenienti dall’Atlantico percorrono l’impianto di 3 chiuse, e giungono sul Lago Gatún, percorrono poi il tratto di Gamboa e lo Stretto di Culebra, giungendo poi alla chiusa di Pedro Miguel. Passano poi, con un altro salto di livello di 9 metri, nel Lago di Miraflores ed infine alle due chiuse di Miraflores per raggiungere, all’uscita di queste, il livello del mare presso il porto di Balboa. La navigazione prevede il passaggio sotto al Ponte delle Americhe (vedi foto) fino a giungere poi nel Golfo di Panama.
La costruzione del canale
Il progetto originario del canale risale al XIX secolo. La proposta fu fatta nel 1879 in occasione del Congresso Internazionale di Parigi. Uno dei promotori fu Ferdinand de Lesseps, già costruttore del Canale di Suez.
Le prime società fondate con lo scopo di studiare la fattibilità del progetto fallirono.
Nel 1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo colombiano (all’epoca Panama faceva parte della Grande Colombia) l’autorizzazione per costruire e gestire il Canale per 100 anni.
Nel 1903 però il governo della Colombia decise di non ratificare l’accordo. Gli USA allora organizzarono una sommossa a Panama e minacciarono. Panama divenne così una Repubblica indipendente ma sotto la tutela degli Stati Uniti che ottennero l’affitto perpetuo della Zona del Canale e l’autorizzazione ad iniziare i lavori.
I lavori, iniziati nel 1907, dal genio militare statunitense, si conclusero nel 1914.
Va notato che il progetto prende spunto dallo studio delle chiuse progettate per la prima volta al mondo dagli architetti ducali Filippo da Modena e Fioravante da Bologna. La prima conca costruita fu infatti quella del 1439 in via conca dei navigli a Milano su ordine di Filippo Maria Visconti. L’inaugurazione ufficiale, a causa dell’inizio della prima guerra mondiale, fu rinviata al 1920.
La gestione
Vari trattati hanno regolato nel tempo la condizione giuridica della gestione del canale.
Il primo prevede che gli Stati Uniti abbiano il diritto permanente di difendere il Canale da ogni minaccia che possa interferire con la sua accessibilità continuata e neutrale alle navi in transito di tutte le nazioni, mentre il secondo ha indicato l’anno 2000 come termine dell’affitto del Canale agli USA.
Nell’aprile 2006 si è concluso lo studio durato cinque anni per un ampliamento del canale. I lavori, iniziati nel 2007, dovrebbero essere terminati per il 2014.
b) Note per geografi e studiosi in genere:
Repubblica di Panama
Superficie: 78.200 kmq
Popolazione: 3.039.150 abitanti (tasso di crescita demografica 1,3%)
Capitale: Panama City (437.200 abitanti, 1.053.500 nell’area metropolitana)
Popoli: 70% meticci (amerindi ed europei), 14% amerindi e indiani occidentali, 10% di origine spagnola, 6% amerindi
Lingua: spagnolo (lingua ufficiale), 14% inglese; lingue autoctone
Religione: 85% cattolica, 15% protestante
Ordinamento dello stato: repubblica costituzionale
Presidente: Martin Torrijos (2004)
Profilo economico
PIL: 20,57 miliardi di dollari
PIL pro capite: 6.900 dollari
Tasso annuale di crescita: 6%
Inflazione: 2%
Settori/prodotti principali: settore bancario e finanziario, raffinazione del petrolio, rame, edilizia, fabbricazione della birra, macinatura dello zucchero, abbigliamento, banane, riso, cereali, caffè, canna da zucchero, ortaggi, bovini, gamberi
Partner economici: USA, Svezia, Costa Rica, Honduras, Colombia, Giappone, Venezuela
Documenti e notizie utili
Visti: ai cittadini italiani non occorre il visto per entrare a Panama. È però richiesto un biglietto di uscita dal paese. La permanenza consentita è di 90 giorni; si può comunque richiedere un’estensione in loco
Rischi sanitari: malaria e febbre gialla in alcune province, dengue, epatite A e febbre tifoide
Fuso orario: cinque ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich
Elettricità: 110V o 220V
Pesi e misure: sistema metrico decimale
Valuta: Dollaro USA (conosciuto come “Balboa”, abbreviato B/.)
c) Note per finanzieri ed evasori fiscali:
Costituire una Fondazione a Panama costa 2.500 Euro. Vi é un assoluto anonimato riguardo a coloro che traggano benefici dal patrimonio dell’ ente. Tale segretezza non viene scalfita neppure dalla dichiarazione annuale dei redditi, che non è richiesta. Infatti, qualora i beni compresi nel patrimonio, siano ubicati al di fuori del territorio panamense, come usualmente avviene, la legislazione tributaria qualifica la Fondazione come “società offshore”, godendo, pertanto, della totale esenzione dalle imposte sui redditi di fonte estera. Se si valuta poi la presenza di un segreto bancario inderogabile a favore di autorità straniere, l’assenza di trattati sottoscriti con altri Paesi, ai fini dell’ assistenza legale, possiamo definire Panama “un paradiso fiscale e bancario”.
Download itinerario del 14 aprile 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)
Ciao, l’aggiornamento sugli ultimi giorni ci ha tranquillizzato. Buon proseguimento tra confini e dogane che ora saranno,per un po’, un continuo susseguirsi……..di rallentamenti.
Un caro saluto ed abbraccio L&D