Banjo e pesci





Itinerario del 27 maggio 2010

Itinerario del 27 maggio 2010

Download itinerario del 27 maggio 2010


Per visualizzare il tour è necessario Google Earth.

27 maggio 2010

Ho visitato il centro di Seattle. Ai piedi delle grandi torri vetrate che svettano verso il cielo grigio, ci sono piccoli fabbricati in legno che ricordano le origini della città.
Il mercato di Pike street è un fervore di attività ed è invaso dai turisti. Sui banchi fanno bella mostra di sè tutti i prodotti ittici del nord Pacifico, belle verdure e frutta fresca e poi tanti fiori e prodotti dell’artigianato indigeno.

La città appare molto vivibile ma i prezzi dei parcheggi sono impossibili. 4,75 dollari la prima mezz’ora, 2,75 dollari ogni mezz’ora successiva. I trasporti pubblici non sono ben sviluppati ma mi voglio informare meglio. Venire in centro con la moto è faticoso e poi mi ritrovo sempre in divisa. L’hotel è fuori, in periferia, 20 km a sud. Devo trovare un modo per spostarmi.

Purtroppo le previsioni del tempo continuano a dare brutte notizie e prima di partire vorrei avere almeno la prospettiva di una schiarita. Dovrò in ogni caso escogitare un sistema per fissare al manubrio delle manopole di materiale impermeabile, magari imbottito (si vedevano un tempo sul Galletto della Guzzi), perchè quando piove i guanti si inzuppano e poi le mani si gelano. Con gli stivali di gomma che ho comperato ho risolto il problema dell’acqua ma rimane sempre quello del freddo.


Vedi i video >>


Download itinerario del 27 maggio 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)


Tutti gli itinerari >>


Itinerario del 26 maggio 2010

Itinerario del 26 maggio 2010

Download itinerario del 26 maggio 2010


Per visualizzare il tour è necessario Google Earth.

26 maggio 2010

Seaside è carina ma, vista la stagione, ancora deserta. L’enorme spiaggia è vuota ed i pochi turisti indossano maglie e cerate. Le case sulla spiaggia sono tutte in legno e dipinte con colori vivaci. La main street è fiancheggiata da negozi di souvenir e ristoranti. Se c’è una cosa che non manca, qui negli USA, sono i locali dove viene prodotto e venduto il cibo. Tutti hanno sempre in mano un bicchiere o una lattina e nell’altra un pasticcino o un hamburger. I risultati si vedono. Ho smesso di affrontare le colazioni mattutine perchè sono delle bombe caloriche, anche se prendo solo un croissant o una pasta. Per dimensioni e contenuto in zuccheri e grassi mi è sempre difficile riuscire a terminare quanto mi mettono davanti. Stessa cosa a pranzo. Se prendo un zuppa mi ritrovo con una montagna di prodotti vari ammonticchiati in una tazzona, riccamente conditi con salse a base di formaggio. Quando ho deciso di mangiare pizza, non sono mai riuscito ad andare oltre la metà. La carne è saporita e quasi sempre accompagnata dalle immancabili patatine fritte. E poi chi ha detto che negli USA si spende poco? No, non è vero, negli USA si spende nè più nè meno che in Italia. Una buona bistecca, al supermercato, costa tra i 10 ed i 15 dollari. Al ristorante attorno ai 20.

Stamattina sono in ritardo ma la strada da percorrere sembra molto buona e anche se piove riesco a tenere una media accettabile. In prossimità del confine tra Oregon e lo stato di Washington, ad Astoria, attraverso un tratto di mare su un ponte molto particolare. Si sale fino all’ingresso percorrendo un’ampia rampa circolare e si imbocca il ponte in salita. Superata la prima grande campata, la strada scende ripida e sembra tuffarsi nell’acqua. L’atmosfera nebbiosa rende invisibile l’altra sponda e un forte vento scuote la struttura metallica. La pioggia mi sferza e sono costretto a rallentare molto. Man mano che procedo verso nord il traffico aumenta. Non ci sono camion fortunatamente ma ormai trovo ovunque colonne di auto. Si procede a passo d’uomo in prossimità di ogni paese, anche se la freeway non lo attraversa. Le ultime decine di kilometri prima di giungere a Seattle li sto percorrendo quasi a passo d’uomo. Poi, nell’attraversamento della città, le corsie raddoppiano ed a tratti arrivo a contarne fino a 8. Qui il traffico si scatena e tutti scordano i limiti. Mi trovo costretto a correre in una carrera messicana con auto che sfrecciano da tutte le parti.

Cerco di individuare qualche hotel dove potermi fermare ma attraverso tutta la città senza trovare nulla. Poi, con la coda dell’occhio vedo un paio di insegne, dall’altra parte dell’autostrada. Esco alla prima uscita e rientro in senso inverso. Con un po’ di fortuna arrivo a destinazione.
Le previsioni del tempo per i prossimi giorni sono pessime e temo che dovrò fermarmi qui ancora un po’, prima di riprendere il mio viaggio.


Download itinerario del 26 maggio 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)


Tutti gli itinerari >>


Gabbiani

Itinerario del 25 maggio 2010

Itinerario del 25 maggio 2010

Download itinerario del 25 maggio 2010


Per visualizzare il tour è necessario Google Earth.

25 maggio 2010

Stanotte pioveva, stamattina pioveva, oggi piove. Ho ritardato la partenza nella speranza che smettesse, poi sono andato a comperarmi un paio di stivali di gomma, mi sono infilato la tuta da pioggia e sono partito. Non fa particolarmente freddo, probabilmente mi ci sto abituando. Ho indossato la mutina felpata a contatto con la pelle e infilato un paio di calzettoni di lana merinos. Rimane ancora il problema dei guanti che dopo un po’ si inzuppano. Dovrò costruirmi dei paramani in tessuto impermeabile.

La strada si snoda a bordo oceano e tra le foreste della costa. La velocità ridotta comincia però a diventare un problema. Non si avanza. I limiti sono assolutamente ridicoli e nei paesi che lungo la costa sono numerosi, si scende anche a 20 miglia/ora. Le strade sono belle ed invogliano a correre ma nessuno lo fa ed io mi adeguo, ovviamente. Con questo andare mi addormento ma soprattutto non avanzo. Ci sono mille deviazioni che segnalano punti di interesse o strade panoramiche ed ogni tanto ne seguo qualcuna per alcune miglia. Purtroppo la luce è poca e non riesco a scattare foto decenti. Con la tuta addosso ogni movimento diventa difficile e così, alla fine, rinuncio anche dove invece ne varrebbe la pena.

I campeggi sono uno dietro l’altro e sono tutti affollati di camper enormi. Credo che una buona parte appartengano a turisti e viaggiatori ma tanti sono in sostituzione delle abitazioni fisse. I paesi che attraverso danno l’idea di insediamenti precari, in attesa di sistemazione, ma sono invece semplicemente e definitivamente così, con casette in legno che sfilano lungo la strada, negozietti e ristorantini con insegne luminose e vetrate all’inglese, le grandi costruzioni larghe e basse dei supermercati.
La maggior parte del territorio appare ancora selvaggia e solo in prossimità dei centri abitati si scorgono pascoli ed animali d’allevamento. Non noto industrie e non c’è apparentemente traffico commerciale. Probabilmente lungo la costa la vocazione del territorio è prevalentemente turistica ed infatti i lodge, gli hotels ed i motel sono numerosissimi.

Mi sono fermato a Seaside per la notte. É ormai buio e non ho avuto modo di visitarlo ma sembra carino. Alle nove di sera è già tutto chiuso ma domattina farò un giretto lungo la main street.


Vedi i video >>


Download itinerario del 25 maggio 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)


Tutti gli itinerari >>


Itinerario del 24 maggio 2010

Itinerario del 24 maggio 2010

Download itinerario del 24 maggio 2010


Per visualizzare il tour è necessario Google Earth.

24 maggio 2010

L’Oregon mi sembra molto interessante. Lungo la via si alternano visioni di fitte foreste, laghi, torrenti tortuosi che sfociano in mare e spiagge deserte bagnate da un’acqua plumbea che tutto ispira fuorchè la voglia di tuffarcisi dentro. Tra la strada e l’oceano, per molte miglia si costeggiano delle alte dune di sabbia e quest’area, oltre che parco nazionale, è diventata un centro di attrazione per motociclisti e quaddisti che ne hanno libero accesso.
Ho percorso le strade interne che mi hanno condotto fin dentro le dune. Quanto avrei voluto buttarmici sopra con un moto più leggera e scarica!!
Nei numerosi parcheggi disseminati ai piedi delle colline di sabbia, gli spazi sono giganteschi, realizzati a misura dei camper con rimorchio che si vedono ovunque. Come tutto qui in America, anche i camper hanno dimensioni spropositate e molti si trascinano a rimorchio l’auto o la barca. I noleggiatori di quad sono numerosi e la tentazione è forte. Ormai è quasi sera e dal cielo cominciano a scendere dei goccioloni. Meglio continuare e trovare un rifugio per la notte. Sulle dune ci andrò un’altra volta.

Il traffico in Oregon è praticamente nullo. Il problema maggiore sono i limiti di velocità: finora max 90 km/ora. Nell’attraversamento dei rari paesi il limite scende al livello impossibile dei 35 km/h.
Poichè a Reno mi hanno montato un pignone più piccolo di un dente, perchè avevano solo quello, vado in crisi proprio attorno ai 90/100 km/ora perchè in quinta il motore va giù di giri ed in 4 sta troppo su. Appena trovo una salitina sento che la moto rallenta subito.
Con l’olio invece va molto meglio. In messico ne consumavo 200/300 grammi al giorno, ora in 5 giorni non ha più mangiato nulla. É tutta questione di qualità.

 


Nota: Quando ieri ho letto sui cartelli segnaletici della presenza in zona degli Elks, avevo subito pensato agli Alci, rimanendone sorpreso in quanto la latitudine a cui mi trovavo non mi sembrava compatibile con il loro habitat ideale. I cartelli specifici del parco riportavano invece, inequivocabilmente, la fotografia dei cervi, appellandoli come Elk.

Ho compiuto qualche ricerca in rete ed ecco i risultati:

American Elk – Cervus elephus: http://www.nps.gov/archive/wica/Elk.htm

The name “elk” was given to the second largest member of the deer family by early explorers because they resembled the elk or moose of Europe. Because the American elk is not very closely related biologically to the European elk, the American Indian term “Wapiti” is sometimes used interchangeably to identify the animal.

This article is about the North American and East Asian animals, also known as wapiti. For the animal Alces alces, called the elk in Europe, see moose.

The elk, or wapiti (Cervus canadensis), is one of the largest species of deer in the world and one of the largest mammals in North America and eastern Asia. In the deer family (Cervidae), only the moose, Alces alces (called an “elk” in Europe), is larger, and Cervus unicolor (the sambar deer) can rival the C. canadensis elk in size.


Download itinerario del 24 maggio 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)


Tutti gli itinerari >>