Itinerario del 22 maggio 2010

Itinerario del 22 maggio 2010

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22 maggio 2010

Da San Francisco ho seguito la freeway 101 fino a Santa Rosa, dove mi sono fermato per la notte. Tutta la contea è conosciuta per la produzione del vino che, iniziata da oltre quarant’anni, ha cominciato a rivaleggiare per quantità e qualità con le più blasonate concorrenti europeee.

Correndo lungo l’autostrada si possono ammirare le file ordinate di vigne che ricoprono le colline. La temperatura è ancora bassa e le foglie stanno appena germogliando. Uno dei paesi si chiama Asti ed è circondato da basse alture che ricordano appunto le Langhe. Un cartello informa che qui vive una colonia di italiani ed una di svizzeri.
Proseguo verso nord e comincio a salire. Arriva anche la pioggia e la temperatura scende fino ai cinque gradi.

La strada è sempre bella e non passa mai tra i paesi che sembrano non esistere. I chilometri scorrono veloci in questa parte del globo, nulla a che vedere con quanto percorso nelle regioni del sud, dove non si arrivava mai. Dove però ci si godeva una guida vera, con curve continue e corse sfrenate. Qui è tutto un susseguirsi di cartelli che indicano, consigliano, vietano. Ho la sensazione di essere sotto sorveglianza continua, che se sbaglio anche una sola manovra mi salti fuori l’auto dello sceriffo della Contea.

La strada entra nella foresta e costeggia un fiume tortuoso dall’acqua verde scuro, di cui vedo scorci di tanto in tanto. Ad un certo punto un segnale indica la possibilità di percorrere una strada alternativa e parallela, il cui nome solletica la mia curiosità. Si chiama “Avenue of the Giants”, la strada dei giganti. Non esito ad uscire ed in breve mi ritrovo in un tempio verde, le cui colonne sono i fusti altissimi di monumentali alberi dalla corteccia rossastra solcata da profondi solchi e la cui volta è verde di foglie ed azzurra di cielo. Senza saperlo mi sono ritrovato nel “third largest California State Park” che ospita e protegge la “Rockfeller Forest”, la più estesa foresta di “redwood” del mondo. Sono loro i “Giganti”, le sequoie. La maestosità di queste piante, la penombra che crea il loro ombrello di rami e foglie, dona al luogo un’atmosfera di sacralità. Non si può che fermarsi e contemplare in silenzio.


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