31 maggio 2010
……………fine dell’intervallo. Ora pioggia o no, parto. Ieri sera ho cucito sulla giacca l’ultima bandiera, quella del Canada. E con questa sono ben 14, per altrettanti stati (o confederazioni di stati) attraversati in questi tre mesi. Un totale ad oggi di 28.000 km, percorsi su 3 copertoni anteriori e 4 posteriori. Pioggia, vento, caldo e freddo nei limiti. Ora spero che la fortuna mi segua e che anche l’ultima tappa si svolga in un clima abbordabile.
Ho perso dei giorni, in questo ultimo periodo, ma mi serviva comunque attendere l’inizio di giugno per garantirmi l’assenza di neve ed una temperatura accettabile. Da Seattle oggi si vedevano in lontananza le cime ancora imbiancate delle montagne.
La meteo di oggi annunciava acquazzoni ed è invece uscito il sole. Per domani promette uno spiraglio di buono, con solo un 20% di probabilità di pioggia. Crediamoci……….
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30 maggio 2010
Oggi ho girato per Seattle ed ho osservato la gente. É domenica ma quasi tutti i negozi sono aperti. Pioviggina e fa freddo ma la gente cammina e corre nei parchi, le biciclette girano e molte barche bordeggiano sui laghi.
L’umanità qui è addobbata in maniera variegata e variopinta ma nessuno si fa specie di nessuno. Vecchi hippyes e nuovi tatuati si mescolano con allegre vecchiette secche e giganti panciuti. Il numero di persone in carrozzella è insolito, per un europeo. Qui si muovono tutti, in qualsiasi condizione fisica si trovino, anche con la bombola dell’ossigeno nello zaino. Le barriere architettoniche sono state abolite e la circolazione non presenta difficoltà, come invece avverrebbe da noi.
Nel centro città si circola bene ed i parcheggi, carissimi, sono ovunque. Non ho visto molta polizia sulle strade ma il traffico è disciplinato e la città pulitissima. Ho notato un contrasto enorme tra la necessità di pagare anticipatamente la benzina in tutti i distributori e l’assoluta libertà di movimento all’interno dei centri commerciali, dove ci sposta tra i vari reparti con la merce, senza nessun apparente controllo.
Ho attraversato quartieri residenziali con ville bellissime e splendidi giardini. Se non fosse per il clima, definirei Seattle una tra le città più vivibili che io abbia finora visitato.
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29 maggio 2010
Oggi pioviggina e fa freddo. Mi sono spostato in un monolocale con cucinetta e così mi posso preparare qualche cibo più digeribile.
Ho cercato un negozio di moto e mi sono comperato un paio di guanti caldi e garantiti impermeabili. I miei purtroppo ormai, quando vedono il cielo grigio, già si inzuppano. Nelle ultime tappe avevo infilato le mani guantate in due sacchetti di plastica che però duravano poco e continuavano a sfilarsi. Ironia della sorte, i migliori guanti che ho trovato a Seattle sono prodotti a Vicenza, dalla Spidi. Ho poi cercato un negozio di abbigliamento sportivo ed ho preso una calzamaglia termica. Meglio essere previdenti, no?
Domani vorrei partire. Se proprio dovesse essere brutto tempo potrei aspettare ancora un giorno, poi andrei in ogni caso almeno fino a Vancouver.
L’ultimo tratto che ancora mi manca è di circa 5.700 km, se il tempo mi permetterà di arrivare fino a Prodhoe Bay, di 4.500 circa se dovessi essere costretto a rinunciare all’ultimo tratto e girare a Fairbanks verso Ankorage. Le medie potrebbero essere mediamente più alte e non dovrei impiegarci più di 20 giorni.
Poi ci sarà l’incognita della spedizione della moto. Continuo ad inviare mail a varie agenzie ma le risposte sono sempre piuttosto vaghe. Sto anche valutando la possibilità di percorrere un tratto di avvicinamento in battello. Ho letto degli articoli che consigliavano questa alternativa, che consente di apprezzare la bellezza dei luoghi da una prospettiva differente. Il tratto di navigazione sarebbe di 600/700 km ma per raggiungere il punto di partenza e poi rientrare sulla highway a nord, la deviazione sarebbe comunque di circa 400 km. Ora controllerò date e costi e poi deciderò.
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28 maggio 2010
Sono a Seattle e piove. La Boeing, azienza leader mondiale nell’ambito aerospaziale, ha in periferia di Seattle la sua principale base produttiva. Quale migliore occasione per compiere un tour all’interno di una delle sue fabbriche? Qui negli USA vendono anche l’aria che si respira, è pertanto più che normale che del loro lavoro ne facciano uno spettacolo da vendere ai turisti. Tour organizzati partono continuativamente per compiere una visita guidata che consente di osservare da vicino le varie fasi di produzione di alcuni di questi mastodonti dell’aria.
Boeing produce jet di linea ed apparecchi militari, la sua tecnologia è all’avanguardia ed è pertanto logico che tema lo spionaggio industriale. Fotocamere, videocamere e telefoni cellulari sono pertanto banditi e devono rimanere all’esterno del recinto. Purtroppo il mio reportage sarà quindi privo di documentazione fotografica.
Boeing fornisce apparecchi ad oltre 90 clienti internazionali ed il suo bilancio commerciale come esportatore è uno dei più consistenti di tutti gli USA. Con 12.000 velivoli in circolazione, la Boeing rappresenta il 75% del totale delle flotte circolanti nel mondo.
La sua organizzazione impiega circa 160.000 persone e costituisce un richiamo per migliaia di cervelli provenienti da ogni nazione.
I prodotti di spicco sono attualmente i modelli 737, 747, 767, 777 e 787.
Il Boeing B787 Dreamliner merita una descrizione particolare. É un bimotore a fusoliera larga (wide-body), assemblato con parti prodotte in svariate nazioni di tutto il mondo, tra cui l’Italia, ed è il primo al mondo, tra gli aerei di linea, a fare un uso massiccio della fibra di carbonio. L’aereo ha effettuato il suo volo inaugurale il 15 dicembre 2009.
Il tour prevede la visita alle catene di montaggio di alcuni modelli. Le lavorazioni si svolgono all’interno di un capannone dalle dimensioni inimmaginabili (472,000,000 cubic feet, pari a 13,385,378 metri cubi) che dicono essere il più voluminoso edificio del mondo.
Dai tunnel sotterranei si passa alle passerelle aeree dalle quali si possono osservare gli operai all’opera sulle varie parti dell’aeroplano. Piccoli e numerosi come formiche, si muovono sul pavimento dell’Hangar, 20 metri più sotto. Le fasi sono molte e le parti dell’aeroplano vengono trasportate da una zona di lavorazione alla successiva con l’impiego di enormi carriponte.
Impressionanti le dimensioni di uno degli ultimi nati, uscito dalle costole di un 747, cui è stata rifatta la fusoliera per ampliarne il volume. La sua storia iniziò nel 2003, quando la Boeing annunciò che un 747-400 passeggeri sarebbe stato convertito in uno speciale aereo cargo per trasportare a Seattle le parti del nuovo 787, realizzate in varie parti del globo, per ridurre i tempi e gli alti costi del trasporto marittimo. Basti pensare che i tempi di consegna delle ali, costruite in Giappone, si sono ridotti da 30 ad un solo giorno.
Terminato il tour, ho visitato una sorta di museo dell’aria dove si possono ammirare piccoli esemplari in scala reale e parti dei grossi velivoli di linea.
Sono salito in cabina ed ho impugnato il volantino di uno dei vecchi modelli. Nessuna emozione, è sicuramente piu’ interessante un bel volo in aliante!!!
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