25 aprile 2010
La notte è stata ricca di suoni. La verandina posteriore dà direttamente sulla foresta. Alle 5 di questa mattina sono uscito per registrare il canto degli uccelli. Un’orchesta in piena regola che accorda gli strumenti prima dell’esibizione.
Lasciata la Hacienda, a 10 km di distanza mi sono fermato a Copan Ruinas, un sito archeologico di grande importanza e di rara bellezza. Ben tenuto, ben restaurato, dona la possibilità di immaginare la vita al tempo dei Maya.
Ho dovuto lasciare la moto nel parcheggio ed ho quindi riorganizzato il bagaglio, trasferendo nello zaino tutte le cose di valore e nella borsa da serbatoio i pochi capi di abbigliamento indispensabili per il cambio serale. Lo zaino me lo porto appresso, la borsa da serbatoio ed il casco li lascio al chiosco di entrata.
Fa molto caldo e son tutti gradini da salire o scendere. É proprio bello e valeva la pena di passarci.
Ora sto per lasciare l’Honduras e mi sono fermato in un ristorantino per consumare gli ultimi “Lempiras” prima della frontiera con il Guatemala. Un po’ mi dispiace, mi sono trovato bene in Honduras, specialmente con la gente, cordiale e generosa. É stato l’unico paese, tra quelli finora visitati, dove alla curiosità e gentilezza si è aggiunta anche la generosità disinteressata. In almeno 4 differenti occasioni delle persone ci sono state d’aiuto e si sono prodigate per risolverci dei problemi. Primo è stato il proprietario del lavaggio delle moto che ci ha fatto dono del servizio e delle consumazioni, mi ha accompagnato dal suo oculista per i miei occhiali ed infine ci ha fornito indicazioni utili. Poi il proprietario dell’hotel che ci ha ospitati, che ci ha praticato dei prezzi di favore, ci ha dato indicazioni utili per la spedizione della moto. Poi Javier, che si è prodigato non poco per ricercare e contattare direttamente per nostro conto l’agenzia con cui ora Nini sta dialogando per finalizzare la spedizione della moto. Infine il caro Ronny (Ronaldo), italo/americano/honduregno che ci ha ospitato al suo desco senza nemmeno conoscerci. Bravi questi honduregni, bravi y generosi, anche se tra loro si ammazzano. Ieri mattina parlavo con un tipo della sicurezza e mi ha fatto sorridere il fatto che tentasse di rassicurarmi, affermando che non sussistevano veri rischi, qui da loro. Piccolo particolare: a tracolla portava un cannone a canne mozze.
Ho pranzato leggero e per non correre il rischio di addormentarmi con questo caldo, ho optato per una “sopita” (una zuppetta). Questi gli ingredienti che sono riuscito ad individuare: Sopa de pollo y carne de res (vacca) y batata dulce a pedazos (a pezzi) y papa normal (patata con scorza) y mais (con pannocchia) y cebolla e arroz (riso) y frijoles (fagioli) y cavolo (non so come si dice) y lemon y zucchina (idem) y chili y avocado y carne molida (macinata) y tortillas de mais y cheso…………dimenticavo, bananas!!!! Leggera, insomma.
La moto va che è un piacere guidarla. Dopo che ho sistemato l’asse dello sterzo, dopo che le ho tolto di dosso una quindicina di kili, mi sembra un’altra moto. Sono proprio contento di come si sta comportando. Brava hondina.
Il passaggio alla dogana tra Honduras e Guatemala è stato uno dei più rapidi e semplici. Me la sono cavata in poco più di mezz’ora e con soli 8 dollari.
Poi ho fatto una tirata fino ad Antigua Guatemala, l’ex capitale del Guatemala. Ad attraversare la Ciudad de Guatemala mi ha aiutato un ragazzetto con la moto. Mi ero fermato ad un distributore per chiedere informazioni sulla strada da prendere e lui era lì e si è offerto di guidarmi attraverso tutta la capitale. Ho fatto prestissimo.
Download itinerario del 25 aprile 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)