Itinerario del 17 aprile 2010

Itinerario del 17 aprile 2010

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17 aprile 2010

Oggi il giorno più lungo…………. Problemi intestinali mi hanno costretto a sedute multiple e ridotto a brandelli.
Partiamo sotto alla pioggia battente. Naturalmente indossiamo la tuta da pioggia che già di per sè rappresenta una costrizione quasi insopportabile.
Le prime due ore scorrono in un paesaggio neutro. Ci fermiamo in un ristorantino dove bevo un the e sonnecchio un po’. Le forze mi stanno tornando ma le gambe le sento ancora pesanti.

Il tragitto di oggi è relativamente breve e manca ancora poco alla frontiera con il Nicaragua. Lungo la strada si affacciano Fazendas ben tenute ed apparentemente ricche. É una zona di allevatori di vacche e di cavalli.
La giornata piovosa ed il mio malessere sconsigliano la deviazione per compiere un tour sui vulcani che rappresentano una delle attrazioni principali del paese.
Ci fermiamo a pranzo. Io mangio un piattino di riso asciutto e Nini una bistecca. 27 dollari!!! Qui sono davvero pazzi. Con quello che guadagna mediamente la gente i prezzi sono completamente fuori dalla realtà.
É chiaro che approfittano del turista spendaccione ma è una politica sbagliata. Questo succede da Panama in su.
Prima, in sudamerica si riusciva a mangiare bene e bere con 4/7 dollari. Arriviamo alla frontiera alle 16.30, con un buon margine per espletare tutte le pratiche prima di notte. Oltre il confine avremo da percorrere solamente 35 km per arrivare ad un centro abitato con possibilità di pernottamento.

Le pratiche della Migracion e Aduana di Costa Rica richiedono una mezz’oretta o poco più. Passiamo dall’altra parte e subito veniamo assaliti da uno stuolo di cambiavalute che litigano tra loro per accaparrarsi i clienti. Veniamo presi in carico da un ragazzotto che ci sembra di capire potrà darci una mano per gestire il complicatissimo iter delle pratiche burocratiche Nicaraguensi. Per fortuna!!!
Mi par di rivedere l’episodio del libro “La Pelle” di Curzio Malaparte, nel quale gli scugnizzi napoletani si rivendono tra loro il militare americano.

Primo passaggio presso un ufficio non meglio identificato per controllo e compilazione di una prima scheda. Passaggio al punto disinfezione ruote moto (Fumigacion). Ridicolo!! 3+3 dollari e rilascio di un attestato di avvenuta disinfezione.
Percorriamo altri 100 metri. Entro con passaporti etc. nell’ufficio di Polizia. Nel frattempo ha smesso di piovere ed è iniziato un caldo infernale. Stiamo indossando la tuta impermeabile e stiamo facendo la sauna. Grondo di sudore come una fontana. Devo togliere gli occhiali che continuano a raccogliere le gocce di sudore. Non posso togliere la tuta perchè sono inscatolato tra la gente e la manovra richiede spazio, dovrei inoltre levare gli stivali e non saprei come tenere in mano le carte, la tuta e lo zaino.
30 minuti di fila durante i quali il funzionario gira e rigira le carte senza nulla fare. Poi chiede 7+7 dollari che non ho, in quanto abbiamo appena cambiato tutti i dollari della cassa in valuta locale. Il mio “assistente” si assume l’incarico di ricambiare i biglietti locali in dollari. Nel frattempo dei camionisti Panamensi cercano di sopraffarmi passando davanti ma il Poliziotto gli respinge i documenti e così tutti rimaniamo in attesa dei miei dollari in arrivo.
Ora devo chiamare Nini, che era rimasto a guardia delle moto, perchè vogliono vederlo di persona.
Completato questo passaggio, si procede con la stipula dell’assicurazione. Una signora viene chiamata dal ragazzotto e riempie due schede con tre dati in croce. Impiega mezz’ora e 12+12 dollari.
Tappa finale, la Oficina de Aduana. Un calvario. Ancora una donna. La peggiore finora incontrata. Sono davanti al banchetto e grondo sudore. La mia aria sofferente la lascia del tutto indifferente. Inizia a chiedere documenti ed a creare difficoltà. Il Carnet de Passage en Douane, che ha valenza internazionale e raccoglie tutti i dati delle moto non lo vuole nemmeno guardare. Vuole gli originale di libretto e titolo di proprietà delle moto. Ovviamente non trova i dati che cerca e solleva una montagna di problemi. Butta tutto da una parte ed inizia a complilare le carte per una signora che stava dietro a me nella fila.
Su insistenza riprende a guardare le carte ma sul Foglio Complementare non trova indicato il modello della moto e ferma tutto. Di qui non si passa!!! – dice. Il mio scugnizzo prende le carte e lo seguo fin nell’ufficio dove lavorano altri funzionari, dall’altra parte del piazzale. Il “capo” capisce al volo e predispone un ordine firmato per la doganiera. Torno indietro ed apetto. LEI, di malavoglia ricomincia a preparare le carte che passa poi ad una collega della polizia. Questa “caprona” inizia a girarsele sul tavolino quasi facesse un solitario e dopo mezz’ora si decide ad apporre dei timbri. Mi restituisce il tutto ma manca ancora il timbro sul Carnet de Passage. Nulla da fare. Si rifiuta. “Senza l’autorizzazione del capo, che ora non c’è” – dice – “non posso firmare nulla”.
Nuovo passaggio dello “scugnizzo” oltre il piazzale e questa volta arriva il “funzionario-capo” di prima che prende le carte e senza dire nulla appone i timbri e finalmente riusciamo ad andare. Lo scugnizzo ora pretende il suo compenso. Gli allungo 10 dollari, convinto di essere più che generoso. Mi guarda torvo e mi dice che sono pochi. Sono sfinito e non vedo l’ora di toglirmelo di torno. Lo stramaledico, associandolo in ciò a tutti gli altri personaggini incontrati nelle ultime ore e lo accontento. Riesce a fregarmi sui cambi e così, invece che 20 dollari, me ne estorce 27. Va detto che senza il suo aiuto non ne saremmo venuti fuori. Qui è tutto già organizzato. Funziona così, prendere o lasciare.

Ormai è buio pesto. Siamo completamente disidratati. Ci fermiamo per bere un po’ d’acqua. Due bottigliette 2 dollari e mezzo, con l’obbligo di restituire i vuoti (di plastica). Ultimi 35 km e finalmente un hotel decoroso. Non ne potevamo più.
Tolta la tuta impermeabile, sotto siamo completamente bagnati. La giacca pesa 10 kili. Che sfinimento. Domattina attraverseremo di corsa il Nicaragua, sperando di non incappare nuovamente in una doganiera alla prossima “Frontera”.


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